Costadila’ Vino Bianco Frizzante 330 s.l.m. 2017
Se il cosiddetto Prosecco sur lie, sui lieviti o colfóndo, negli ultimi anni ha avuto così tanta visibilità, lo si deve anche al lavoro sempre orientato alla qualità portato avanti dall'Azienda Agricola Costadilà.
Una dimensione inserita nel contesto della zona storica del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene, che produce seguendo le tecniche agricole del metodo biologico e lavora in cantina seguendo la tradizione con il solo uso di lieviti indigeni.
Ci troviamo esattamente a Tarzo, nel territorio della provincia di Treviso, nell’omonima frazione che dà il nome alla cantina stessa: Costa di là. È in questo contesto che i due amici Ernesto Cattel e Mauro Lorenzon hanno dato vita al progetto vitivinicolo che risponde al nome di “Costadilà”, partendo nel 2006 con la convinzione di sviluppare un’impresa basata sull’incontro tra le antiche tecniche agronomiche tradizionali e le moderne regole dell’agricoltura biologica.
I vigneti, che coprono una superficie complessiva di circa sette ettari, accolgono viti di verdisio, bianchetta e glera, ovvero piante gestite e curate nel massimo rispetto di quello che è l’equilibrio di ambiente, natura, ecosistema e biodiversità. In cantina, ogni passaggio produttivo è subordinato alla peculiarità della materia prima, che la mano dell’uomo tende sempre a esaltare e valorizzare nei vini, cercando di sottolineare tutto quanto la stagione e il territorio sono stati capaci di esprimere nelle uve. Come detto, dalla vinificazione all’imbottigliamento finale, le regole sono semplici: esclusivo uso dei lieviti indigeni, nessuna aggiunta di solforosa, rifermentazione in bottiglia a contatto con le fecce fini.
Il Bianco Frizzante di Costadilà viene prodotto con quello che potrebbe essere definito come un metodo ancestrale. Dopo infatti una prima fermentazione (ed una macerazione sulle bucce di una settimana) il vino viene imbottigliato al fine di ottenere una presa di spuma, una rifermentazione naturale durante la primavera successiva alla vendemmia. Ne risulta un vino frizzante naturalmente torbido, che ci fa scoprire l'identità più intima del vero vino bianco di queste zone, quello che da sempre accompagnava i pasti del trevigiano.
Giallo paglierino molto carico, con riflessi aranciati. Al naso esprime piacevoli note di frutta a polpa gialla, di agrumi e sentori vagamente minerali. In bocca è pieno, croccante come il pane appena sfornato, equilibrato e piacevole. Chiude con un bel ritorno sul frutto, prima di un finale leggermente amarognolo.